Atterriamo in…Uganda!

Nella zona dei grandi laghi d’Africa si trova l’Uganda, uno degli ultimi Paesi in cui vivono i gorilla di montagna e dove nasce il Nilo Bianco – uno dei maggiori affluenti del fiume Nilo -.

Scopri tante curiosità e attività per far conoscere ai tuoi bambini questo meraviglioso Paese.

Iniziamo con un rullo di tamburi

Agli ugandesi piace molto danzare e cantare accompagnati da tamburi, xilofoni, arpe e dall’okeme: uno strumento che emette un suono particolare attraverso la vibrazione delle linguette di metallo. Le danze ugandesi sono movimentate e ritmate, uno spettacolo per gli occhi…e per le orecchie.

Un ingegnoso espediente

Avete già parlato ai vostri bambini della savana? Vi diamo un motivo in più per farli innamorare delle distese sconfinate e degli animali esotici che le popolano: le righe delle zebre. Ogni zebra, infatti, ha il mantello con le righe di dimensioni e forme diverse, ma non è un vezzo di un animale vanitoso, anzi, è il risultato di un grande trucchetto della natura. Pare che, quando le zebre corrono, le righe in movimento confondano la vista dei predatori. Utilissimo per sopravvivere!

Una bandiera pacifica… come la gru coronata

La bandiera ugandese è colorata e con un significato speciale.

Le righe nere rappresentano il popolo africano, quelle gialle il sole e quelle rosse la fratellanza tra tutti gli uomini. Al centro? C’è un cerchio bianco con una gru coronata, un uccello bellissimo e pacifico.

Vestiti…di corteccia!

In Uganda le donne indossano l’abito tradizionale dei momenti di festa: il gomesi.

È un abito lungo fino ai piedi e ha le maniche a sbuffo, stretto in vita con una fascia. Oggi è di cotone stampato con colori vivaci, ma nell’antichità veniva realizzato lavorando la corteccia di un albero, che veniva allargata e appiattita fino a ricavare un tessuto.

Il lavoro di CBM in Uganda

L’Ospedale colorato dei bambini

In Uganda CBM sostiene numerosi progetti, uno di questi è l’ospedale ortopedico CoRSU. Qui i bambini con disabilità fisiche possono essere operati e fare riabilitazione insieme a tanti loro coetanei. È di grande aiuto farsi forza l’un l’altro e superare i giorni successivi all’operazione insieme. I medici dell’ospedale lo sanno molto bene e per questo il programma di riabilitazione parte tutto dal gioco.

Ce lo racconta proprio il direttore dell’Ospedale in questo video.

Ti è piaciuto il progetto? Noi ci crediamo veramente e continuiamo a sostenerlo con impegno e costanza.