Fiabe dall'Africa
Come gli animali ebbero le code
Tantissimo tempo fa, quando il mondo era appena cominciato, gli animali non avevano le code. Il leone, che era il re degli animali, pensò che bisognava fare qualcosa. Ordinò ai suoi sudditi di presentarsi tutti all’alba sotto il grande albero vicino allo stagno.
– Lì ci sarà la distribuzione delle code e ognuno ne avrà una – disse.
Il giorno stabilito, sotto il grande albero gli animali trovarono code di tutti i tipi e ognuno si affrettò a prenderne una.
Il leone fu il primo a scegliere perché era il re. Ne prese una lunga e forte, del colore dell’oro e con un robusto fiocco scuro in fondo. Era davvero magnifica e gli stava molto bene. La scimmia ne trovò una lunga ed elastica, ideale da avvolgere intorno ai rami. Il cavallo scelse una coda fatta di lunghi crini, molto elegante e utile per scacciare gli insetti fastidiosi che gli ronzavano sempre intorno. La volpe frugò finché non ne ebbe trovata una folta e morbida, molto elegante, che le donava tantissimo. Il cane prese una coda agile, mobilissima. Il gatto ne volle una lunga e sottile, che finiva con un grazioso batuffolo di peli. L’elefante, che non sapeva decidersi, alla fine rimase con un codino da niente, con in fondo pochi ruvidi peli.
– Che coda ridicola – sbuffò e da quel momento tiene la testa bassa per la vergogna, con la proboscide che sfiora il terreno. Il maiale afferrò un codino a ricciolo molto buffo e grugnì allegramente.
– Ce l’avete tutti, la vostra coda? – domandò il re leone con la sua voce potente.
– Io no… io non ce l’ho – rispose la lepre con una vocetta delusa. Le code però erano finite.
– Tu resterai senza – concluse il re.
Intanto il cane e il gatto avevano cominciato a litigare.
– La mia coda è più bella della tua – diceva il cane.
– Non è vero, è più bella la mia – replicava il gatto.
– No!
– Sì, invece
Il cane perse la pazienza: diede un morso alla coda del gatto e gli strappò via il grazioso batuffolo di peli. Quello si arrampicò sull’albero e da lassù soffiava e protestava, ma non osava scendere. La lepre allora prese il grazioso batuffolo rimasto sul terreno e se lo attaccò in fondo alla schiena. Poi saltellò via soddisfatta perché un pezzetto di coda è meglio di niente. Da quel momento, quando il cane e il gatto si incontrano, il gatto si affretta a trovare rifugio sopra un albero dove il cane non potrà mai raggiungerlo.
Disegni di Franca Trabacchi